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Vittorio Avondo, Pittore

Estinte le famiglie nobili di Lozzolo, dopo il 1807 il Castello antico e il palazzo Tornielli Rho fu acquistato dal “Misuratore” Giovanni Avondo fu Teodoro che ne fece propria dimora. Egli era il nonno del nostro concittadino più noto: il pittore Vittorio Avondo figlio di Carlo che ereditò dal padre quella parte del Castello e dove veniva talvolta per alcuni mesi a soggiornare.

Vittorio Avondo  seguì la sua vocazione artistica.

Dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Pisa, si trasferì a Ginevra, alla scuola del Calame, e poi a Parigi, Roma e Firenze.

Nel 1857 va a studiare a a Roma e comincia ad esporre i suoi quadri.

Nel 1860 rientra a Torino. Diventa anche consulente del comune di Torino.

Nel 1864 è eletto membro del comitato della Esposizione di Oggetti d’arte a Firenze

Nell’estate del 1866, per sfuggire alla minaccia di un’epidemia di colera, Vittorio si trasferisce al Castello di Lozzolo. Ha per il paese grande affetto. Lo dimostrano le elargizioni al Comune ed alla Parrocchia e il dono della “Statua lignea del Gesù Cristo Morto” e del dipinto di “San Giulio” presenti nella Chiesa Parrocchiale di San Giorgio. E’ durante questo soggiorno sul nostro territorio che invita a Lozzolo il suo amico architetto ed archeologo Alfredo d’Andrade e altri amici pittori.

Al Castello restaura e decora alcune sale  e... gozzoviglia con gli amici. In specie con l'amico d'Andrade decora una sala con raffigurazioni e scritte allegoriche e un po' boccaccesche con la chiara intenzione di raccontare la spensierata permanenza in quel luogo, assieme agli amici pittori che man mano vengono a soggiornare a Lozzolo. La sala, chiamata la "Sala degli amici” rimane una importante testimonianza di quei tempi che oggi è ancora possibile ammirare.

Nel 1870 è membro onorario del Consiglio Direttivo del Museo Civico di Torino. Collabora  agli allestimenti del Teatro Regio di Torino.

Acuto conoscitore d’arte e raffinato collezionista, nel 1872 acquista il Castello di Issogne in Val d’Aosta. Egli cura personalmente il restauro del Castello di Issogne, attenendosi con grande scrupolo filologico all'aspetto originale dell'edificio; ne intraprende quindi il riarredo, recuperando sul mercato antiquario alcuni mobili provenienti dal castello, acquistandone altri adatti per stile alla dimora tardogotica e commissionando ad abili artigiani arredi copiati da modelli originali.

Partecipa a Torino alla Organizzazione della IV Esposizione Nazionale di Belle arti del 1880.

Per la sua esperienza di Issogne viene chiamato per progettare e creare la “Rocca ed il Borgo Medioevale del Valentino” in occasione dell’Esposizione Generale Italiana del 1884, in primavera.

Visiti gli eccellenti risultati nel restauro viene chiamato dalle famiglie gentilizie per consulenza e progettazione delle ristrutturazioni delle loro dimore. 

Per queste qualità nel 1887 viene eletto nel Consiglio Comunale di Torino. Nel 1889 è insignito della Commenda della Corona d’Italia

Nel 1890 Vittorio Avondo vende il Castello di Lozzolo al Cugino Pasquale Avondo (figlio di Teodoro)

Nel 1890 sostituisce Emanuele d’Azeglio nella direzione del Museo Civico di Torino dove in particolare cura la raccolta della collezione d’arte contemporanea

Nel 1907 Con un atto di generosità che corona il suo impegno in favore della cultura,  Vittorio Avondo fa dono del Castello di Issogne allo Stato Italiano, il quale lo cede poi alla regione autonoma sella Valle d’Aosta, attuale proprietaria. Prima della  sua morte dispone lasciti alla comunità lozzolese, rendite ai cugini, ecc.

Alla sua morte nel 1910, celibe, lascia eredi universali il comune di Torino e anche il cugino e figlioccio Vittorio Avondo, proprietario anche del “Molino Nuovo in Auneii”

 

Vittorio Avondo, 1885

Alcuni degli amici artisti: da sx, Federico Pastoris, l'Avondo, Alfredo d'Andrade, Casimiro Teia

Un particolare della decorazione della "Sala degli Amici"

Una delle opere di Vittorio Avondo

" A Lozzolo, ritorno dal pascolo", 1871

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